L’Ue ha deciso di acquistare più gas dagli Stati Uniti per sganciarsi dalla Russia.
Uno dei temi centrali del Consiglio Europeo è stata la dipendenza dei paesi europei dal gas russo e le alternative per sganciarsi dalla Russia. Corrono in aiuto gli Stati Uniti fornendo all’Ue più gas liquido. Gli Stati Uniti forniranno all’Europa circa 15 miliardi di metri cubi di gas in più entro fine 2022.
Inizia così un “nuovo capitolo nella nostra partnership energetica: si tratta di avere più gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti per l’Ue, che rimpiazzerà il gas naturale liquefatto che finora ci è arrivato dalla Russia” come ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Ad accelerare il percorso di indipendenza dalla Russia è stata anche la richiesta di Putin che il gas venisse pagato in rubli. Nonostante nei contratti commerciali che regolano l’accordo ci sia scritto che il pagamento deve avvenire in dollari. I paesi europei non hanno preso bene quest’ultima richiesta dello zar. Sia il cancelliere Scholz che il premier Draghi hanno parlato di contratti fissi e che qualsiasi deviazione sarebbe una violazione contrattuale. Di conseguenza l’Ue declina la proposta di Putin.
Il percorso dell’indipendenza dal gas russo passa anche dall’aiuto che deve venire da Canada, Usa e grandi produttori di gas liquido”, secondo il premier Draghi. Ma non solo, sul fronte energetico il presidente del Consiglio discute anche con Erdogan. In un faccia a faccia ha parlato di un gasdotto Trans-Anatolico che parte dall’Azerbaigian e attraversa tutta la Turchia, dando vita al cosiddetto «corridoio meridionale».
Gli Usa e Canada in aiuto dei paesi Ue
Un altro mercato in crisi è quello del grano. Draghi affronta il tema con Biden e con il Canada, uno dei principali produttori di frumento ed esportatore. Sia per la sicurezza energetica che per quella agroalimentare «la risposta è una combinazione di diversificazione, misure politiche interne all’Ue e aiuti» dice il premier. Il mercato del gas «funziona male» in Ue perché «i prezzi sono speculativi» e occorre quindi «prendere delle misure».
Oltre agli Usa, quindi, anche il Canada corre in aiuto degli alleati europei. Il paese potrebbe aumentare l’export di 200mila barili di petrolio al giorno e dell’equivalente di 100mila barili al giorno di gas. Inoltre, cercherà di attivare esportazioni di Gnl. “I nostri amici europei e alleati – ha spiegato il ministro delle risorse naturali canadese – hanno bisogno del Canada e di altri per stare in piedi. Ci dicono che hanno bisogno del nostro aiuto per rinunciare al petrolio e gas russo mentre accelerano la transizione energetica nel continente”.